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EBITDA: cos'è e come può essere calcolato

Aggiornamento: 11 dic 2023

EBITDA è uno degli indicatori più utilizzati da chi si occupa dell’analisi dei bilanci aziendali. Infatti, è grazie a questo indice di performance che è possibile avere una visuale più chiara rispetto a quanto un’azienda sia in grado di realizzare profitti dalla sua gestione ordinaria.

In questo nuovo approfondimento del glossario tratteremo proprio questo importante indicatore, vedendo nel dettaglio come può essere calcolato e interpretato.

Cos’è EBITDA?

EBITDA è l’acronimo di Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization, la cui traduzione in italiano può essere resa con gli utili prima degli interessi, le tasse, il deprezzamento dei beni e gli ammortamenti.

È un dato molto utile per analizzare lo stato di salute e l’andamento di una realtà imprenditoriale. Grazie a questo indice, infatti, è possibile valutare se un’impresa ha la possibilità di produrre un certo valore attraverso la gestione operativa, ossia il suo vero e proprio core business, entro un determinato orizzonte temporale.

EBITDA e MOL sono la stessa cosa?

L’EBITDA molto spesso viene associato al margine operativo lordo o MOL, tuttavia questi due indicatori non sono la stessa cosa. La differenza principale tra i due indici risiede nel ruolo che hanno gli accantonamenti. Quest’ultima voce, infatti, nel calcolo del margine operativo lordo, al contrario dell’ EBITDA, non è contemplata.

Per tale ragione il valore dell’EBITDA tende a essere minore rispetto a quello del MOL, determinando così una stima più cauta del flusso di cassa. Una differenza sostanziale che va tenuta in debita considerazione, in particolare quando il margine è utilizzato per valutare la sostenibilità del debito attraverso l’analisi del rapporto Debt/EBITDA.

Inoltre l’utilizzo dell’EBITDA è preferibile in quanto è molto coerente con la variazione del capitale circolante. Quindi quando vogliamo calcolare un cash flow, utilizzare l’EBITDA a confronto con la variazione del capitale circolante permette di eseguire un calcolo corretto.

Come si calcola EBITDA?

Una volta capita l’importanza dell’EBITDA e la differenza con il margine operativo lordo (MOL), passiamo ora al suo calcolo.

Per prima cosa è necessario procedere alla riclassificazione del conto economico. Infatti, l’EBITDA è un indice che normalmente non è presente nei classici prospetti di bilancio aziendale. Lo schema di riclassificazione utilizzato nella seguente tabella è quello maggiormente diffuso del “valore aggiunto”.

Una volta effettuata la riclassificazione si può quindi procedere utilizzando le seguenti formule:

EBITDA=UTILE + LE TASSE+ GLI INTERESSI + SVALUTAZIONI + AMMORTAMENTI

Nel nostro caso l’azienda avrà il seguente Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization 25.000 € + 10.000 € + 6.000 € + 9.000 € = 50.000 €

EBITDA= VALORE DELLA PRODUZIONE - COSTI ESTERNI - COSTI PER IL PERSONALE

Applicando questa seconda formula avremo 100.000 € - 25.000 € - 25.000 € = 50.000 €

Cos’è e come si calcola il margine EBITDA?

Il margine EBITDA indica il rapporto tra l’indicatore di redditività Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization e il valore della produzione. La formula per il calcolo è la seguente:

MARGINE EBITDA= EBITDA/VALORE DELLA PRODUZIONE * 100%

Supponiamo di avere un’impresa che ha un EBITDA pari a 50.000 € e una produzione di 500.000 €. Applicando la formula otterremo:

MARGINE EBITDA= 50.000 €/500.000 € + 100% =10%

Significa che per ogni 100€ di fatturato, l’azienda in questione avrà a disposizione 10€ per coprire i costi dell’attività aziendale.

È importante sottolineare come il valore ottimale del margine vari da settore a settore. Infatti, ad esempio, se consideriamo una società operante nel settore del commercio all’ingrosso, un valore del 5,5% è considerato un risultato nella media. Per un’azienda che opera nel settore delle industrie alimentari, invece, lo stesso valore è valutato come deludente, poiché al di sotto della media del settore del 7%.

Cos’è e come si calcola l’EBITDA rettificato?

L’EBITDA adjusted vuol dire che è rettificato dalle componenti di natura straordinaria. In altri termini si intende l’utile o la perdita che un’impresa consegue in assenza delle componenti non ricorrenti, ad esempio l’avviamento o le svalutazioni/rivalutazioni del magazzino.

Escludendo dal calcolo le componenti straordinarie, l’investitore riuscirà a effettuare delle comparazioni più affidabili e non influenzabili dai ricavi conseguiti solo in un particolare esercizio. Le rettifiche apportate sono molte e possono variare in base al settore e al caso specifico. Alcuni esempi di elementi di rettifica sono:

  • i guadagni o le perdite non realizzate;

  • i guadagni o le perdite una tantum;

  • il reddito non operativo;

  • le spese non monetarie (i deprezzamenti e gli ammortamenti);

  • un compenso dei proprietari superiore alla media di mercato (nelle aziende private);

  • le spese per i contenziosi legali;

  • i compensi basati sulle azioni.


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