Liquidazioni giudiziali in crescita: un nuovo allarme per la solidità del sistema economico italiano
- Paolo Nobili
- 30 lug
- Tempo di lettura: 2 min
I dati aggiornati a giugno 2025 sulle liquidazioni giudiziali in Italia mostrano con chiarezza una dinamica preoccupante: il secondo trimestre del 2025 registra un forte aumento delle imprese coinvolte in procedure concorsuali, confermando un trend negativo iniziato già nel 2024 e aggravatosi nel corso di quest'anno.
Dall’analisi storica delle liquidazioni giudiziali dal 2010 a oggi, emerge un picco significativo nel 2Q 2025, che segna un salto a 2.712 casi rispetto ai 2.292 dello stesso periodo nel 2024. Una variazione che, rapportata agli anni precedenti, rappresenta una delle accelerazioni più brusche dell’ultimo decennio. E se sommiamo anche il dato del primo trimestre (2.341), si arriva già a 5.053 procedure nei primi sei mesi dell’anno. A questo ritmo, si rischia di superare quota 10.000 a fine 2025, riportandoci a livelli pre-pandemici, tipici del periodo 2013–2015.
I settori più colpiti
I comparti che soffrono di più sono quelli tradizionalmente più esposti alla ciclicità economica:
Commercio: 826 liquidazioni nel solo secondo trimestre, in aumento rispetto ai 713 del primo trimestre;
Edilizia: da 493 a 600 casi (+21,7%), un chiaro segnale della fragilità del comparto nonostante gli incentivi;
Industria: da 373 a 445 casi, con particolare concentrazione nei settori della meccanica e della moda;
Servizi: 597 casi, segno che anche l’economia immateriale sta affrontando difficoltà strutturali.
L’allargamento del fenomeno a più settori mostra che non si tratta di una crisi congiunturale ristretta, ma di un fenomeno sistemico che tocca la competitività, la sostenibilità e la capacità delle imprese di adattarsi in tempo utile ai nuovi scenari economici.
Una nuova mappa geografica della crisi
Anche sul piano territoriale, i dati del Q2 2025 indicano un’espansione generalizzata del fenomeno delle liquidazioni giudiziali. Alcune regioni del Nord-Ovest e del Centro mostrano una particolare concentrazione, ma anche aree storicamente più resilienti come il Nord-Est iniziano a manifestare segnali di allerta. Ciò testimonia come la crisi stia ridisegnando la geografia dell’insolvenza in Italia, mettendo sotto pressione sia le aree ad alto tasso industriale che quelle più orientate ai servizi.
Un cambio di paradigma: dalla reazione alla prevenzione
Da luglio 2022, la normativa italiana ha introdotto la nuova figura della "Liquidazione giudiziale", in sostituzione del "fallimento", con un approccio più ordinato alla crisi d'impresa. Tuttavia, i numeri mostrano che l’aspetto normativo da solo non è sufficiente a invertire il trend: serve un cambio culturale e gestionale, che ponga l’accento su prevenzione, analisi predittiva del rischio e monitoraggio continuo.
In quest’ottica, strumenti avanzati di business information e soluzioni digitali per il controllo del portafoglio clienti diventano essenziali per anticipare segnali di squilibrio, valutare correttamente partner e clienti, e proteggere la filiera commerciale da shock improvvisi.
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